Critica

Aurelio De Rose

La pittura di Maria Grazia Emiliani, rappresenta nel contesto di una personale necessità espressiva, un motivo di narrazione per tutto quanto ella somatizza visivamente ed emozionalmente. E ciò avviene per l’essere una donna attenta agli accadimenti che le appaiono e circondano, dilatatisi appunto in emozioni vissute nel corso della propria vita.

Rivive quindi: sia la pacata atmosfera di paesaggi che ha visionato e, nei quali ritrova ancora rifugio mediante l’uso cromatico, così come quelle immagini di figurazioni, che per lo più raffigurano volti e nudi femminili, appartenenti tutti a quella sfera d’analisi intimistica, verso i quali trasferisce, nell’irrequietezza della volontà di rappresentazione, un senso placato del desiderio d’essere partecipe di ogni singola, intima espressività.

Ricerca questa che esercita da tempo e verso la quale si è completamente “affidata”, in virtù di quella necessità prima accennata.

Pittura quindi, che è andata assimilando soprattutto nel corso di questi ultimi anni e che esercita mediante una continua ricerca di “metabolizzazione realizzativa” alla quale tende.

Acrilici e tecniche miste sono le materie dei cromatismi che predilige, soprattutto nelle definizioni paesaggistiche, che ricordano luoghi che l’hanno sedotta e si sono posti nell’animo come visioni indistruttibili da offrire agli altri. Oppure nei volti e nei nudi pudicamente nascosti, dove al tratto del carboncino, spesso aggiunge sfumature che scenograficamente fanno da quinta agli elementi anatomici.

E’ quella di Maria grazia una pittura di sentimenti tradotti anche dal senso della captazione poetica che la contraddistingue. Le visioni, gli attimi, il senso anonimo dei volti e delle figure è per lei un motivo di introspezione che necessariamente la conduce alla trasformazione della “parola” allo stadio pittorico.

Benito Corradini

Il “racconto della vita”

Tra immensi scenari e forti colorazioni di ambienti, tra selvaggi angoli del mondo, tra figure di donne dalla bellezza attraente e dall’intensa carica sensuale, si muove con perizia la creatività dell’artista Maria Grazia Emiliani

La mente di Maria Grazia Emiliani si affascina di fronte alle bellezze della natura, alle flessuose figure femminili, si intenerisce ai colori della natura, alle intense emozioni degli spazi liberi da costruzioni e persone, dove lo sguardo si perde e si concentra laggiù nell’infinito, nella ricerca di luce, immagini, nuove scoperte, nuove emozioni.

E’ un susseguirsi di creatività, di ricerca estetica, di “assaggi” di nuove emozioni, dove l’artista aspira a trovare quanto di percepito e non ancora conosciuto: e la mente, con le mani pronte a soddisfare le emozioni, prosegue decisa e convinta all’inseguimento di altri spazi utili per soddisfare la ricerca estetica ed umana.

Maria Grazia Emiliani è un’artista che salvaguarda la natura anche con il pensiero, che difende le creature ed i deboli anche con lo sguardo.

Nei suoi “racconti” ti sfiora come un vento leggero e come un vento impetuoso ti avvince, e ti porta ad assaporare gli effetti del “racconto della vita”.

Marina Paolucci Montanari

Questa retrospettiva offre la possibilità di conoscere il perimetro complessivo della personalità eclettica di Maria Grazia Emiliani, documentandone diversi momenti di studio e di ricerca, illuminandone le riflessioni teoriche e gli stati emozionali che evidenziano il rigore del silenzio, in cui lo spazio diventa sentiero sognante del presente e del passato, specchio intermittente dell’interiorità.

Nelle sue tecniche emerge un talento naturale non soggetto a condizionamenti di tendenze, ma espressione pura, che sgorga con fluido magico sulle passive superfici che lei anima spinta dall’ispirazione delle mente e del cuore, con esiti romantico-veristici per lo più riferiti a paesaggi, scorci di paesi e nudi.

I suoi ultimi paesaggi indagano oltre il limite del visibile trovando varia e mutevole fonte di ispirazione negli orizzonti campestri, mettendone in evidenza la luce prospettica che sfuma nel sublime, sublimi e profonde come sono le sue composizioni poetiche, patrimonio della sua spiccata sensibilità artistica.

Paolo Miccoli

“La patria dell’anima”

Patria autentica dell’uomo è quella geografia spirituale e simbolica, nella quale lo spirito si trova a vivere come risposta ad un appello imperioso e trascendente che sollecita emozioni, sentimenti, fantasia, intelligenza e cuore.

Lo sanno bene gli artisti che “vivono” nell’Utopia di suoni, colori e forme belle, esternando in creazione mitopoietiche desiderio e speranza per una società più giusta ed umana.

Strumento “inservibile” ma necessario e pedagogicamente insostituibile è l’arte della pragmatica e consumistica odierna, non fosse altro perché accerchia l’uomo distratto con richiami di grazia estetica, lo seduce e, prima o poi, lo eleva a nobile sentire.

Tanto più incisiva è l’arte pittorica quanto più immediata risulta la comunicazione di immagini ed emozioni.

Di fronte alle tele di Maria Grazia Emiliani, concertate con tecniche miste e più di recente nel privilegio dell’acrilico, si sosta in pacata contemplazione, esorcizzando ogni lenocinio interpretativo, giacché le visioni paesaggistiche con cieli talora incupiti con terre dorate e corpose marine che ammiccano in profferte a battigie e scogliere mediterranee, complici le seduzioni di meriggi infuocati del sud d’Italia, ti conquistano subito per linearità stilistica e per vivacità di colori dai forti contrasti.

L’universo poetico della pittrice romana, quale è venuto realizzandosi finora, include non soltanto scenari descrittivi vivaci ma altresì la presenza della creatura intelligente, imago Dei, nel mondo. Sono per lo più figure femminili che, in raccoglimento pensoso, sembrano assorbire negli sguardi lo spettacolo di una realtà circostante e ambientale alquanto enigmatica e romantica.

L’occhio perspicace della donna, sia essa adolescente o madre sa stupirsi della bellezza profusa da Dio nel creato, ma si sente altresì ferito dalle disarmonie provocate dall’homo technologicus nell’impatto con la terra, alma Mater dei mortali non valorizzata appieno come genitrice e come custode della vita.

Nel viso scarno e sconcertato di un’anziana donna solitaria, nel sonno calmo di due bambini evocanti l’icona della fecondità gemellare nell’utero materno, Maria Grazia coglie e trascrive appelli di solidarietà con i nostri simili, fragili creature tacitamente implorante aiuto. La sua pittura, in tal senso, si fa messaggio umanitario. Sembra dire un no inequivocabile! La donna non può tradire la sua missione materna. La vive già come attesa d’amore in quell’adolescente, sorpresa dall’artista di spalle a specchiarsi nel futuro, o nell’eretta figura giovanile che espande alla luce i seni turgidi di desiderio quasi corolle rugiadose di primavera…. Ma è l’icona della madre che allatta, sbilanciata tra  pathos immediato nel nutrire la creatura del suo grembo e sguardo perturbato, indagante sul futuro incerto, a segnare un rilevante punto d’arrivo dell’artista nel concerto cromatico di carnagione e drappeggi.

Nella circolarità tra visione paesaggistica e interesse per la figura femminile, nudi compresi, si ha l’indicazione tematica del percorso pittorico che Maria Grazia Emiliani ha compiuto sino al presente.

E lascia gli ammirati delle sue opere nell’oscillazione estetica di soffermarsi ora sul disegno accentuato ora sull’impasto cromatico sempre vivace.

Premessa per nuove sintesi possibili? Il work in progress che ci interpella resta una facile promessa.