La pittura di Maria Grazia Emiliani, rappresenta nel contesto di una personale necessità espressiva, un motivo di narrazione per tutto quanto ella somatizza visivamente ed emozionalmente. E ciò avviene per l’essere una donna attenta agli accadimenti che le appaiono e circondano, dilatatisi appunto in emozioni vissute nel corso della propria vita.
Rivive quindi: sia la pacata atmosfera di paesaggi che ha visionato e, nei quali ritrova ancora rifugio mediante l’uso cromatico, così come quelle immagini di figurazioni, che per lo più raffigurano volti e nudi femminili, appartenenti tutti a quella sfera d’analisi intimistica, verso i quali trasferisce, nell’irrequietezza della volontà di rappresentazione, un senso placato del desiderio d’essere partecipe di ogni singola, intima espressività.
Ricerca questa che esercita da tempo e verso la quale si è completamente “affidata”, in virtù di quella necessità prima accennata.
Pittura quindi, che è andata assimilando soprattutto nel corso di questi ultimi anni e che esercita mediante una continua ricerca di “metabolizzazione realizzativa” alla quale tende.
Acrilici e tecniche miste sono le materie dei cromatismi che predilige, soprattutto nelle definizioni paesaggistiche, che ricordano luoghi che l’hanno sedotta e si sono posti nell’animo come visioni indistruttibili da offrire agli altri. Oppure nei volti e nei nudi pudicamente nascosti, dove al tratto del carboncino, spesso aggiunge sfumature che scenograficamente fanno da quinta agli elementi anatomici.
E’ quella di Maria grazia una pittura di sentimenti tradotti anche dal senso della captazione poetica che la contraddistingue. Le visioni, gli attimi, il senso anonimo dei volti e delle figure è per lei un motivo di introspezione che necessariamente la conduce alla trasformazione della “parola” allo stadio pittorico.